Anche quest'anno, come una formica controstagione, ho passato l'inverno ad accumulare titoli di libri da leggere durante la pausa estiva. Avrei voluto parlarvene qui, stilare una top ten e, che ne so, avremmo potuto leggerli insieme.
Finché all'improvviso l’estate è arrivata, presentandosi come una parentesi troppo smilza tra le cose da chiudere e quelle da iniziare. Ho voglia di fare tutto adesso, tranne che riempirla di letture.
Come ho condiviso con i miei colleghi nell'ultimo dei nostri meeting, la verità è che mi sento piena, forse troppo piena. Quello di cui ho bisogno ora è solo metabolizzare.
Nella tradizione dei curanderos vegetalisti peruviani si narra che per poter ricevere la medicina delle piante sacre occorra sottoporsi a una dieta preparatoria che dura settimane e può arrivare a richiedere fino al digiuno totale. Gli insegnamenti che puoi ricevere sono forti e profondi, ma un corpo troppo pieno non li potrebbe contenere, men che meno integrare.
Lo stesso vale per la mente. Una mente troppo piena smette di ricevere, diventa sorda alle domande e cieca alla meraviglia che si nasconde ovunque, nei dettagli del quotidiano.
È per questo che non lascerò né a me, né a te, una lista di letture per l'estate. Piuttosto voglio augurarci una pausa che assomigli più a un playground, dove a prescindere dai programmi fatti, dalle aspettative e dalle convenzioni, ognuno possa essere libero di improvvisare il gioco che lo fa sentire più vivo, ora, qui.
Non sempre è possible. Per aiutarmi mi porto sempre appresso una poesia di Mary Oliver, specialmente quel frammento che dice così:
Che cosa rischio a dirti questo, che è tutto ciò che so?
Amati. Poi dimenticatelo. Poi ama il mondo.
Mary Oliver - “To begin with, the sweet grass” - in Devotions.
Ci si sente a settembre.
Love
Leti
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