Come usare le abitudini a tuo vantaggio: 4 principi guida da William James
#21 | "L'eccellenza non è un'azione, ma un'abitudine"
“Diventiamo ciò che facciamo ripetutamente”, scriveva Will Dupont ricordando che la strada per l’eccellenza è fatta di accurate ripetizioni.
Di fatto chiunque desideri produrre un cambiamento - sia che si tratti di imparare qualcosa di nuovo, migliorare il proprio stato fisico o contribuire a modificare la traiettoria di un’intero sistema - si troverà a confrontarsi con uno degli aspetti più potenti per regolare il funzionamento degli esseri viventi: le abitudini.
Tra i primi ad esplorare questo tema è stato il filosofo e pioniere della psicologia scientifica William James nel 1887 in Habit, un breve saggio sulle implicazioni dei nostri comportamenti quotidiani e sui principi che possono guidarci nel disegnare i presupposti strutturali della persona che vorremmo diventare.

Prima di tutto, che cos’è un’abitudine? Per James una questione di fisica, più che di fisiologia o psicologia:
Quando guardiamo le creature viventi da un punto di vista esterno una delle prime cose che ci colpisce è che sono fasci di abitudini. Nel momento in cui si cerca di definire cosa sia l’abitudine, ecco che si arriva alle proprietà fondamentali della materia.
Piegare un foglio costa meno fatica quando è già stato piegato. I suoni di un violino migliorano con l'uso nelle mani di un abile artista, perché le fibre del legno contraggono finalmente abitudini di vibrazione conformi ai rapporti armonici. È questo che conferisce un valore inestimabile agli strumenti appartenuti a grandi maestri. Allo stesso modo, le impressioni degli oggetti esterni creano nel sistema nervoso percorsi sempre più appropriati attraverso la ripetizione.
Quanti più dettagli della nostra vita quotidiana possiamo affidare alla custodia senza sforzo dell'automatismo, più i nostri poteri mentali superiori saranno liberi per il lavoro che spetta loro. Non c'è essere umano più miserabile di quello in cui nulla è abituale se non l'indecisione, e per il quale l'accensione di ogni sigaro, la bevuta di ogni tazza, l'ora in cui ci si alza e si va a letto ogni giorno, e l'inizio di ogni lavoro, sono soggetti a un atto di esplicita deliberazione.
Tuttavia le abitudini sono un dispositivo vantaggioso solo se gli automatismi del corpo sono il frutto di un’alleanza con la mente, ovvero con un progetto consapevole che fa del nostro sistema nervoso “un alleato piuttosto che un nemico”:
L'abitudine è l'enorme volano della società, il suo più prezioso agente conservatore. Ci condanna tutti a combattere la battaglia della vita sul fronte della nostra educazione o delle nostre scelte iniziali, e a fare il meglio di un'impresa anche se non ci corrisponde, perché non ce n'è un'altra per la quale siamo adatti, ed è troppo tardi per ricominciare.
La cosa più importante, quindi, in qualsiasi tipo di educazione, è fare del nostro sistema nervoso un alleato invece che un nemico. Per questo dobbiamo rendere automatiche e abituali, il più presto possibile, tutte le azioni utili che possiamo, e guardarci dal crescere in modi che potrebbero essere svantaggiosi per noi, come dovremmo guardarci dalla peste.
Come possiamo impiantare abitudini che ci indirizzino nella direzione del nostro benessere futuro? James conclude il saggio con un compendio di 4 massime che possono aiutarci a fare leva sul potere delle abitudini.
1. Crea le condizioni favorevoli
Nell'acquisizione di una nuova abitudine, o nell'abbandono di una vecchia, dobbiamo fare attenzione a lanciarci con un'iniziativa il più possibile forte e decisa. Accumula tutte le circostanze possibili che rafforzino le motivazioni più forti; mettiti in condizioni che incoraggino la nuova via; prendi impegni incompatibili con la vecchia; prendi un impegno pubblico, se il caso lo consente; in breve, avvolgi la tua risoluzione con tutti gli aiuti che conosci. Questo darà al tuo nuovo inizio uno slancio tale che la tentazione di rompere non si presenterà tanto presto quanto potrebbe; e ogni giorno in cui si rimanda una rottura aumenta le possibilità che non si verifichi affatto.
2. Dai continuità, senza eccezzioni
Non lasciare mai che si verifichi un'eccezione finché la nuova abitudine non è saldamente radicata nella tua vita. Ogni errore è come la caduta di un gomitolo di corda che si sta avvolgendo con cura; un solo errore disfa più di quanto non facciano molti giri. La continuità dell'allenamento è il grande mezzo per far sì che il sistema nervoso agisca in modo infallibilmente corretto. È evidente quanto presto un desiderio muoia per inanizione se non viene mai alimentato. Senza un continuo progresso non è possibile l'accumulo di forze etiche, e a renderlo possibile, ad esercitarci e ad abituarci ad esso, è la benedizione sovrana del lavoro regolare.
3. Passa dalle parole ai fatti: azione!
Cogli la primissima occasione possibile per agire su ogni proposito che ti dai e su ogni stimolo emotivo che provi in direzione delle abitudini che aspiri ad acquisire. Non è nel momento in cui si formano, ma in quello in cui producono effetti motori, che i propositi e le aspirazioni comunicano al cervello il nuovo "set".
La tendenza ad agire si radica efficacemente in noi solo in proporzione alla frequenza ininterrotta con cui le azioni si verificano e il cervello "cresce" al loro uso. Ogni volta che un proposito o un sentimento evapora senza dare frutti pratici è peggio di un'occasione persa. Non esiste un tipo di carattere più fragile di quello del sentimentale e del sognatore senza nervo, che trascorre la sua vita in un mare di sensibilità e di emozioni, ma che non compie mai un'azione concreta significativa.
4. Procedi con disciplina
Mantieni viva in te la capacità di sforzarti, con un piccolo esercizio ogni giorno. Vale a dire, sii sistematicamente ascetico o eroico in piccoli aspetti non fondamentali, fà ogni giorno o due qualcosa, per nessun altro motivo se non perché preferiresti non farlo, in modo che quando l'ora del bisogno si avvicina, possa non trovarti snervato ma piuttosto allenato a sostenere la prova.
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