Charles Handy e le domande che guidano una vita ben vissuta
#25 | "Siamo molto di più di ciò che pensiamo di essere. E questa è una cosa bella da scoprire."
Ma io, su questa terra, che cosa ci sto a fare?
Arriva un momento in cui la vita ti mette di fronte a una domanda così. Puoi decidere di fare finta di niente, oppure puntarla come un faro e navigare alla ricerca di una risposta sincera, che nessun altro può scovare per te.
Per fortuna da sempre esistono le storie, quelle costellazioni di scelte possibili grazie alle quali riusciamo ad orientarci e percorrere insieme un pezzo di cammino.
E’ proprio questo lo scopo di Charles Handy - scrittore prolifico, docente innovativo e uno tra i più influenti pensatori di management viventi - quando dall’altura dei suoi 87 anni ha deciso di scrivere 21 lettere sulla vita e le sue sfide, aprendo il libro così:
“Mi vergogno di dire che ho trascorso i primi dieci anni della mia vita lavorativa cercando di essere qualcuno che non ero, ad esempio un manager aziendale….Mi ci è voluto molto tempo per scoprire chi ero veramente. Ho iniziato all’estremo opposto, escludendo le cose che non erano per me.”

Con la stessa sensibilità che l’ha portato ad essere precursore di una visione di organizzazione capace di mettere al centro le persone, Handy si fa promotore di una relazione tra gli esseri umani e il lavoro più sana ed equilibrata, ben prima che una pandemia globale mettesse a nudo le luci e le ombre della nostra condizione.
Alla fine ho smesso di cercare l'inafferrabile lavoro perfetto e ho capito che dovevo combinare due o tre tipi di lavori diversi, una sorta di “portfolio di lavori”, per ottenere la giusta combinazione di denaro, divertimento e realizzazione.
Io e mia moglie da quel momento in poi abbiamo cercato di fare dell'idea di "abbastanza" una delle regole della nostra vita. Ogni anno, durante la mia carriera lavorativa, calcolavamo quanti contratti per insegnare o scrivere dovevo stipulare per essere sicuri di avere abbastanza, abbastanza, cioè, per permetterci di vivere in modo relativamente confortevole. Ci siamo presto resi conto che più si abbassava la nostra aspettativa di cosa fosse “abbastanza” e più libertà avevamo per fare tutte le altre cose che avevano davvero importanza.
Sull’importanza di una routine a contatto con la Natura
Facendo leva su quella inclinazione di pensiero tipica di chi pensa che la vita possa essere compresa solo in retrospettiva, Handy si sofferma sull’importanza di avere abitudini che consentano di distillare apprendimenti utili dalla quotidianità. Ecco la sue routine preferita a questo scopo:
Abbiamo bisogno di tempo e spazio per riflettere su ciò che è andato bene e su ciò che avrebbe potuto essere fatto in modo diverso nella nostra vita. Senza questa riflessione non cambieremo mai, né miglioreremo, né saremo tutto ciò che potremmo essere. Abbiamo bisogno di una routine regolare per riposare e riflettere.
Per me si tratta di fare una passeggiata di quaranta minuti prima di colazione, di solito nei boschi di fronte a casa mia. Mi aiuta a mantenere il mio corpo in salute, ma soprattutto a mantenere la mia mente in movimento. La natura è molto consolante, non giudica e tollera gli errori, come si può notare ovunque si guardi. È una compagna meravigliosa.
Mentre cammino, lascio che la mia mente vaghi, contemplando la giornata che mi aspetta e rivedendo i giorni appena trascorsi. In quell'ambiente cerco poi di sollevarmi dalle banalità quotidiane e di guardare alle priorità della mia vita per le settimane a venire. Trovo che sia troppo facile lasciare che le agende degli altri definiscano le nostre giornate. Devo fare in modo che la mia tendenza a dire "sì" a tutte le richieste non prenda il sopravvento sulla mia vita.
Si potrebbe dire che si tratta di una forma di mindfulness ambulante, solo che io non la vedo come un ritiro dal mondo, ma come un riprendere il controllo, ristabilendo le mie priorità. Per farlo, devo fuggire dal mio spazio di lavoro abituale e andare in un altro spazio, che si muove a un ritmo diverso e dove i suoni dei click della tastiera sono sostituiti dal canto degli uccelli e dal fruscio delle foglie nel vento.
Una vita ben vissuta
Ogni lettera è una fonte zampillante di aneddoti e riflessioni senza tempo, che spaziano dalla leadership alla spiritualità, dal ruolo dei periodi sabbatici alle pratiche efficaci per ritrovare la bussola e decidere le proprie priorità. In sottofondo, però, il filo conduttore è sempre lo stesso: quel tentativo universale e mai finito di trovare una risposta all’enigma di chi siamo e di che cosa renda la vita un’esperienza ben vissuta.
Ora credo che ognuno di noi abbia in sé quello che io chiamo un seme d'oro: un talento, un'abilità o un'attitudine speciale. Se sapete qual è, o se qualcuno vicino a voi riesce a individuarlo, se poi lo concimate e gli date spazio per crescere, alla fine vi permetterà di essere i migliori in quello che sapete fare meglio, e se lo fate essendo una persona buona e onesta, avrete una vita appagante e piena di scopo.
Spero che alcune delle idee contenute in queste lettere possano essere d'aiuto in questa ricerca, a voi e a tutti coloro che le leggeranno.
Abbiate fiducia in voi stessi, non abbiate paura di sbagliare, siate onesti anche se vi costa e ricordate il proverbio che la felicità (nel senso di Aristotele) è avere qualcosa su cui lavorare, qualcosa in cui sperare e qualcuno da amare.
Per saperne di più: 21 Letters on Life and its Challenges - Charles Handy, 2019

Grazie per leggere Making Life! Se questo post ti è piaciuto condividilo con qualcuno che ami. Se te l’hanno inoltrato iscriviti per ricevere gratuitamente tutti i nuovi post.